Una guida fiscale sull’apertura e gestione della Partita IVA per Tatuatore: ecco quali sono le tasse, i costi ed i contributi previdenziali da versare.
Diventare un tatuatore o una tatuatrice non significa saper disegnare sulla pelle, ma si tratta di intraprendere una professione articolata e complessa che unisce formazione, conoscenze artistiche, nozioni di igiene, pratica e rispetto delle normative sanitarie. La normativa italiana e le disposizioni regionali contengono i requisiti necessari, le certificazioni ed i percorsi formativi per intraprendere e diventare un tatuatore. Una volta concluso il percorso formativo obbligatorio per diventare tatuatore, nel caso in cui si volesse iniziare a lavorare in autonomia, deve obbligatoriamente aprire Partita IVA.
Diventare tatuatore: requisiti e percorso formativo obbligatorio
Per diventare tatuatore è necessario essere in possesso di determinati requisiti: avere compiuto la maggiore età e non viene richiesto alcun titolo di studio superiore. Per i cittadini stranieri è richiesta una buona conoscenza della lingua italiana e un permesso di soggiorno in corso di validità. La normativa italiana prevede l’obbligo di frequentare un corso regionale di formazione professionale per conseguire l’abilitazione all’attività di tatuatore.
La durata minima prevista dalla normativa è di 90 ore, suddivise in 60 ore teoriche e trenta ore tecniche. Nei corsi di formazione per diventare tatuatori è necessario studiare i seguenti argomenti: normativa sanitaria, procedure di sterilizzazione, anatomia, dermatologia, fisiologia, sicurezza e primo soccorso, chimica dei pigmenti, tecniche di disegno, privacy, gestione della clientela, aspetti imprenditoriali e burocratici.
Per diventare un tatuatore professionista e di elevato livello è necessario conseguire una qualifica di studi superiore. Anche se non è obbligatorio e non richiesto dalla normativa vigente, è rilevante frequentare e conseguire un Master per tatuatori, che rappresenta un percorso di formazione addizionale attraverso cui imparare tecniche ed apprendere nuovi concetti e fare tanta pratica grazie alla spiegazione dei docenti-esperti tatuatori. Frequentare un corso di Master per tatuatori comporta il sostenimento di costi significativi, ma è indispensabile per migliorare ed apprendere le competenze indispensabili per diventare un tatuatore esperto.
Partita IVA Tatuatore: Codice ATECO e scelta della forma societaria
Una volta completata la formazione obbligatoria prevista dalla normativa vigente per diventare tatuatore, è possibile valutare l’opportunità di aprire un centro di tatuaggi in autonomia. All’indomani dell’emergenza pandemica, il comparto dei tatuaggi in Italia ha imboccato un trend in forte crescita di oltre il 30 percento. Aprire un centro di tatuaggi può essere un’interessante opportunità di guadagno e di crescita professionale: si può iniziare sostenendo un investimento ridotto e con margini di sviluppo davvero ampi.
Sono tantissimi i dubbi e le incertezze che si possono avere nel momento in cui si decida di aprire Partita IVA per Tatuatore. Per quanto concerne la scelta della forma societaria, l’attività di tatuatore rientra tra quelle artigianali e non in quelle professionali. Se si opera in autonomia è possibile valutare la possibilità di aprire una ditta individuale. In alternativa, è possibile optare per l’apertura di una società di persone o società di capitali, nel caso in cui si voglia allargare la propria attività imprenditoriale e si voglia assumere anche i dipendenti. Per quanto concerne la scelta del Codice ATECO, è necessario scegliere il seguente: 96.09.02 per attività di tatuaggio e piercing.
Partita Iva Tatuatore: quale regime fiscale scegliere?
Al momento di apertura della Partita IVA è necessario scegliere il regime fiscale più conveniente: il regime forfettario permette di risparmiare, ma è necessario rispettare determinati requisiti. Per aderire al forfettario è necessario avere un incasso inferiore agli 85mila euro, essere residenti sul territorio nazionale, non detenere quote di maggioranza in società di capitali che operano nello stesso settore della nuova attività autonoma, non avere partecipazioni in società di persone, pagare i collaboratori meno di 20mila euro all’anno ed avere RAL da dipendente sotto i 30mila euro. Se si rispettano i requisiti è necessario accedere al forfettario, che prevede il pagamento del 15 percento di tasse dal sesto anno in poi, mentre per i primi 5 anni si paga solo il 5 percento se si avvia una nuova attività.
Il coefficiente di redditività per tatuatore è pari al 67 percento: ciò implica che la percentuale dei ricavi incassati su cui si calcolano le tasse è pari al 67 percento. Tra i vantaggi derivanti dalla scelta del regime forfettario: non versamento dell’IVA, esonero dagli studi di settore e chiedere la riduzione del 35 percento dei contributi fissi e variabili.
Cassa previdenziale Tatuatore
Essendo un’attività artigianale, il tatuatore deve iscriversi e versare i contributi alla Gestione Artigiana INPS. Le tipologie di contributi da versare sono: fissi e variabili. I contributi fissi ammontano ad un ammontare globale pari a 4.427,04€ annui: ciò implica che, se gli incassi sono pari a 0, devono essere versati comunque i contributi fissi alla Gestione Artigiana INPS. I contributi variabili si computano applicando la percentuale pari a 24 sull’importo dell’imponibile previdenziale che eccede il minimale. Il minimale viene stabilito ogni anno dall’INPS.
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